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giovedì 16 dicembre 2010

Quando il popolo degli internauti si autocensura



Spesso quando si parla di censura si pensa ai politici che vorrebbero chiudere siti come quell di Julian Assange, wikileaks che ha svletato al mondo intero le magagne degli Usa, il suo neonato gemello bruxellesleaks che vorrebbe fare lo stesso con i verti UE, o il più rinomato facebook che ha connesso in pochissimo tempo mezzo miliardo di cybernauti e ha permesso di creare movimenti antigovernativi come il Popolo viola.

Vengono certamante in mente i vari parlamantari che han tentato di "regolamantare il web" come Grabrìella Carlucci oppure paesi che censurano sul serio come l' Iran e la Cina. Ai meno giovani sentento il termine censura può anche venire da sorridere ricordando quelle televisiva preventiva morta agli inizi degli anni 80 ma che ti costringeve a vedere solo di notte i cosidetti b-movies di Lino Banfi, Alvaro Vitali, ecc.

In realta però a nessuno viene in mente una minaccia ben più grave ispisrata dai media e da chi li controlla: il pensiero unico. Ma di cosa si tratta vi chiederete?
Vi sarà certamente capitato di aprire un gruppo su facebook, un blog con dei commenti ai votri articoli o di commentarne sui vari quatidiani on-line che ne offrono possibilità e vi sarà capitato di trattare anche argomenti delicati come la politica o casi di cronaca come i recenti di Avetrana e Yara Gambirasio.
Ebbene se sei una voce fuori dal coro e dici pe esempio che sabrina Misseri è innnocente, vieni letteralmente seppellito di critiche e insulti. E se il sito dà la possibilità di segnalare il vostro gruppo facebook o il vostro video o il vostro blog come non conforme al regolamento? Sono guai seri!

Un comportamanto ispsirato dai media che cercano l' indignazione popolare al punto tale da far passare sullo schermo solo gli SMS che gli conviene e leggere solo le mail che si allineano alla TV pensiero e guai per chi stà fuori dal recinto.

Non solo ci censuriamo a vicenda perchè ci si indigna per pensieri fuori dal coro ma diventiamo incoerenti e quella velleità di combattere per la libertà di pensiero e di opinione diventa un lontano ricordo ci si scaglia contro chi non la pensa come noi dimenticando che proprio la presenza di voci fuori dal coro sono la massima espressione di libertà, partecipazione e democrazia.

Non solo questo metodo danneggia la rete poiche devia l' uso di certi mezzi ciò a cui sonon destinati: preservare da violenza, razzismo, pedofilia e quanto di peggio si cela nel web. Invece con questi metod intasiamo i webmaster dei grandi socialnetwork con richieste assurde che li distolgonon dal reale lavoro e capita che un gruppo contro i bambinin down o un video pedopornografico non venga rimosso in tempi utili o forse che nonvenga rimosso affatto.

Pensateci dunque prima di indignarvi la prossima volta per qualcuno che dice una cosa diversa da ciò che pensate ed evitate segnalazioni magari alla polizia postale rischiando di commettere il reato di procurato allarme! Se pensate come la TV che qualcuno è colpevole di omicidio perchè impedire deocraticamente a qualcun' altro di dire il contrario?

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