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lunedì 13 febbraio 2023

Regionali 2023: E' finito il calcolo a destra del PD

Le elezioni regionali in Lazio e Lombardia confermato le politiche dello scorso settembre con una lieve crescita del Terzo Polo. . Alla vigilia del Congresso il PD deve scegliere se continuare a puntare a destra (ma non c'è più spazio) o tornare al Sinistra o addirittura sciogliersi.
Se analiziamo il voto dal 1994 ad oggi notiamo una crescita costante degli estensioninsti che in parte è stata tamponato dal Terzo Polo quando c'è e dai 5 Stelle ed in parte dalla Sinistra. A destra non piace il sovranismo mentre ai piddini non piace il calcolo a destra ovverso spingersi verso centrodestra abbandonando la sinistra. Il Bipolarismo non c'è mai stato e il dato del 2006 riguarda due mazicoalizionin di 10 partiti ciascuna quin decisamente antibipolare. INfatti due anni dopo Pd e PDL insieme perendonon molto meno, salgono l' astensione e i disallineati. Quando v sono alternatibe come 5 Stelle e Terzo Polo nonchà sinistra i Pd e cdx calano.

Versione Power Point
https://docs.google.com/presentation/d/1VN-TlFFUrkZmw9IA4nC3rl3x5Ql-wSX4/edit?usp=sharing&ouid=111641241143488299596&rtpof=true&sd=true





 

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sabato 10 agosto 2019

Crisi di Governo. Il suicido di Salvini.

Salvini fà cadere il Governo Conte e presenta una mozione di sfiducia che ha fretta di voler far votare in aula. Da lunedì si decideranno le calendarizzazioni, Il Movimento 5 Stelle chiede che si voti prima il DDL Costituzionale per il taglio di 345 poltrone che diventerebbe così legge definitiva. Un arma elettorale contro chi non lo vota. Il PD chiede che si voti prima la sfiducia a Salvini che quasi certamante verrebbe appoggiata dai 5 Stelle. Salvini quindi ha paura perchè il Governo pur cadendo resrebbe in carica per gli afdfari corenti ma lui non sarebbe più al Viminale e queto gli costerebbe voti. Calcolo di partito il suo, che guarda i songaggi. Ma le analisi del voto Europeo dicono che un elettore su 5 era ex grilino e un altro elettore su 5 è un ex Forza Italia che lui e la Meloni vorrebbero lasciare fuori dalla colaizone. Si caricheranno il neonato Cambiamo del governatore ligure Toti? Di certo il tempo che passa gli costerà voti. La storia ci dice che chiunque abbia superato il 30% poi e scesso ben al di sotto. I 5 stelle come detto hanno argomenti forti contro la Lega e alle scorse elezoni europee non furonon affatto agresivi e recuperaronon qualche punticino rispetto ai sondaggi. Idem il PD. Se Berlusconin resta fuori sicuramente lo attaccherà me se è dentro almeno gli ex grilinin lo abbandoneranno (a Salvini). La Lega inoltre, ovunque si sia votato per le amministrative lo scorso maggio ha preso meno voti che alle europee. Questa legge elettorale non dà una maggioranza e si dovrà ricorrere ad alleanze post voto che però saranno possibili solo se piccoli partiti superereranno la soglia di sbarramento al 3%. INfine resta il nodo della legge finanziaria. Chi la farà, farà regali elettorali, se invece non si facesse aumenterebbe l' Iva dal 22 al 24 o 26% e le accise sul carburante e la Lega prenderebbe mazzate. Ecco spiegata la fretta di Salvini. Ogni giorno che passa sonon molti voti in meno!!! ALtr arma in mano ai Grillinin sarà un nuovo candidato premier al posto di Di Maio. Sarà Fico o Di Battista entrambi anti-Salvini convinti.



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lunedì 25 marzo 2019

Elezioni in Basiclica, il cdx vince ma non brilla





Vince il centrodestra con Vito Bardi, vicino al 42%. Dietro troviamo il centrosinistra con Carlo Trerotola al 33,2%. Poi Antonio Mattia del Movimento 5 Stelle al 20,4% e Valerio Tramutoli, della lista civica Basilicata Possibile, al 4,4%. Ma il dato più interessante è quello riguardante le singole liste. Con il Movimento 5 Stelle al primo posto con il 20,4%, seguito dalla Lega (19%) e da Forza Italia (9,1%). Si arriva così al centrosinistra, con ben quattro liste civiche “di ispirazione democratica”, come sottolineano dal Pd: tra queste le migliori sono Avanti Basilicata (8,6%) e Comunità democratiche – Pd (7,8%). IL centro destra non brilla come vedrebo rispetto alle Politiche 2018 e vince grazie al candidato.

Alle ultime regionali, quelle del 2013, a prevalere era stato Marcello Pittella, candidato del centrosinistra, con quasi il 60% dei voti. Il Pd fu il primo partito con il 24,8%. Ottimo risultato anche per la lista Pittella presidente al 16%. Tutti dati ben lontani da quelli di oggi, considerando che – peraltro – oggi come allora c’è una lista targata Pittella, ma con risultati ben diversi. Chi di certo può festeggiare è il centrodestra, che passa dal 19,4% del candidato Salvatore Di Maggio del 2013 al 42% di oggi di Bardi. Allora la prima lista della coalizione fu il Popolo della Libertà al 12,2%: oggi fa molto meglio la Lega e anche Forza Italia e Fratelli d’Italia insieme superano quel dato, raggiungendo il 15% circa insieme. C’è poi il Movimento 5 Stelle: nel 2013 con il candidato Piernicola Pedicini arrivò al 13,2%, mentre la lista si fermò al 9%. Rispetto ad allora il balzo in avanti è evidente con il 20,4% dei consensi. Bastano questi dati per notare che la vera differenza rispetto al passato la fanno i Grillini.

Nel confronto con le politiche del 2018 i 5 Stelle alla Camera raccolse il 44,4% dei voti, circa 139mila preferenze. Oggi rimane primo partito, ma dimezzando i consensi al 20,4%. E ancora peggio va in termini assoluti, con i 60mila voti di oggi contro i 140mila del 4 marzo 2018. Chi, invece, fa un deciso balzo in avanti è il centrodestra che passa dal 25,4% delle politiche al 42% di oggi. Notevole la differenza soprattutto per la Lega: nel 2018 si fermò al 6,3% dei voti (circa 20mila preferenze), oggi arriva al 19% e a 54mila preferenze: circa il triplo. Successo ottenuto anche a scapito di Forza Italia che passa dal 12,4% al 9,1% e da 39mila a 26mila voti. Guadagna qualcosa, invece, Fratelli d’Italia: dal 3,7% delle politiche al 5,9% di oggi e da 11.500 a 17mila preferenze. Va ricordato che l’affluenza alle politiche è stata maggiore di quasi 20 punti percentuali e per questo i dati assoluti delle regionali sono tendenzialmente più bassi. A parte ciò da tale perdita di evince ancora una volta un forte astenzionin smo 5 Stelle mentre nel centrosinistra o per meglio dire nel PD si recupera qualcosa.

Più complicato il confronto nel centrosinistra, per la presenza di tante liste vicine al Pd. C’è però un dato certo: rispetto alle politiche la situazione per il centrosinistra è indubbiamente migliorata, passando dal 19,6% del 2018 al 33,2% di oggi. Più complicato, invece, stabilire i voti dei singoli partiti. Alle politiche il Pd si fermò al 16,1% con circa 50mila voti. Oggi le liste riconducibili ai dem, secondo quanto fanno sapere dal partito, sarebbero intorno al 23%. Le due con più voti sono Avanti Basilicata (8,6% e 25mila preferenze) e Comunità democratiche – Pd (7,8% e 22mila preferenze). Altro dato da sottolineare è che alle politiche Liberi e Uguali era fuori dalla coalizione e raccolse il 6,4% dei voti, circa 20mila. Ora parte di quei consensi è andata a sommarsi alle preferenze raccolte da Trerotola, contribuendo a un risultato migliore del centrosinistra rispetto alle politiche.


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