Dopo 9 anni l’ Italia si sbarazza
del Porcellum ribattezzato Consultellum dopo la bocciatura da parte della Corte
Costituzionale che lo ha dichiarato parzialmente illegittimo. Vediamo cosa
prevede il testo definitivo che per ora vale solo per la Camera ma potrebbe
essere esteso al Senato se si tornasse a quello elettivo vista la disponibilità
del Governo a cambiare la legge di riforma costituzionale.
1. 340
seggi alla lista che supera il 40% dei voti validi su base nazionale. In caso
contrario ballottaggio fra le due liste più votate e chi vince ottiene 340
seggi. Vietati gli apparentamenti ma
peseranno ugualmente eventuali indicazioni di voto delle altre liste non
partecipanti al ballottaggio.
2. Meccanismo
proporzionale con metodo dei quozienti
interi e più alti resti e soglia di sbarramento al 3% . Sono eletti con questo
sistema 609 deputati. Accedono alla ripartizione anche e
le liste rappresentative di minoranze linguistiche riconosciute, presentate
esclusivamente in una regione ad autonomia speciale il cui statuto preveda una
particolare tutela di tali minoranze linguistiche, che abbiano conseguito
almeno il 20 per cento dei voti validi espressi nella regione medesima
3. 21 deputati sono eletti in collegi uninominali: 12
nella circoscrizione estero, 1 in Valle d’ Aosta e 8 in Trentino Alto Adige
4. 20 circoscrizioni nazionali ovvero una per regione e
100 collegi plurinominali che eleggeranno da 3 a 9 deputati a seconda della
popolazione della regione in cui si trovano
5. Nei
collegi plurinominali capilista bloccati e per gli atri voto di preferenza (massimo 2). Considerato
il sistema dei quozienti interi e più
alti resti, nonché la parità di genere, i capilista eletti saranno il 50% circa
ma si può raggirare la norma con le primarie e applicare indirettamente anche a
loro il voto di preferenza
6. Si potranno esprimere fino a due preferenze ma dovranno essere di sesso
differente pena nullità della seconda preferenza. Uomini alternati nelle liste
e i capolisti potranno essere non più del 60% dello stesso genere.
7. Stop
alle candidature multiple eccetto i capolisti che potranno candidarsi in collegi
differenti, al massimo 10 e sempre nella stessa lista
8. Le
liste presentate dovranno avere anche uno statuto e ciò dovrebbe evitare sia
liste civetta e che fusioni in listoni last minute
9. Norma
anti-flipper a tutela delle piccole
liste: Nel meccanismo di ripartizione dei seggi ottenuti dalle liste nei vari
collegi, la lista che ha raccolto più voti (eccedentari) cede il seggio a
quella più piccola dove questa ha raccolto più consensi.
10. Gli
studenti Erasmus potranno votare per corrispondenza
11. Oltre
alle forze dell’ ordine anche i presidenti di seggio, scrutatori e
rappresentanti di lista potranno votare previa presentazione del certificato
elettorale nel seggio in cui svolgono le proprie funzioni. I candidati sempre
previa presentazione del certificato elettorale potranno votare in una
qualsiasi sezione del collegio in cui sono candidati. Ci sarà un po’ di
confusione sul calolo dell’ affluenza alle urne ma soprattutto delle schede da
vidimare e sull’ esatta corrispondenza fra votanti e voti validi. E’ se uno scrutatore
o presidente fa il furbo, non si timbra il certificato e vota due volte?
Lavoreranno di più: avranno anche l’ aumento?
12. Entrata
in vigore il 1° luglio 2016 non sarebbe difficile eliminare la norma ed
anticipare in caso di necessità
Anche questa riforma merita delle
correzioni me nel complesso è buona e
tutela la rappresentanza. Finirà la bufala del cosiddetto voto utile ma i
partiti maggiori utilizzeranno i 100 capolisti bloccati per offrire
“ospitalità” ovvero seggi sicuri a micro liste ben al di sotto del 3% in cambio
di voti e appoggio sicuro ad eventuale ballottaggio.
A parte quanto sopra, è chiaro
che si voterà ben prima del 2018 soprattutto visti i possibili risultati delle
regionali. Il 31 maggio prossimo si vota
in 7 regioni a statuto ordinario ovvero Veneto, Liguria,Toscana, Umbria,
Marche, Campania e Puglia, in una ha statuto speciale, Sicilia e in 1062 comuni di cui 16 capoluogo di provincia per un totale di 23 milioni di elettori. Inevitabile la valenza
politica. Gli anticipi alle comunali di Aosta, Trento e Bolzano hanno avuto
risultati in linea con i sondaggi: Pd che cala a favore della sinistra (3,7-4,8
e 10,4%), Lega che supera Forza Italia che cala ancora mentre crescono Alfano e
Tosi e i Cinque Stelle. Una crisi di Governo è quindi alle porte!
Vi è
poi una effettiva e positiva implicazione economica per i partiti e in
particolare a vantaggio di quelle piccole anche se quest’ ultime come vedremo
ne beneficeranno dopo una legislatura. Con il territorio diviso in 100 collegi
fra i 300mila e 900mila abitanti la conseguenza e che per i singoli candidati
la spesa per campagna elettorale diventa abbordabile. Circa 10-15mila euro.
Bastano infatti al massimo 375000 volantini (uno ogni 2,4 abitanti) al costo di
7500€ e/o 3-900 manifesti 100x70 cm al consto di 1 euro l’uno oppure 3-900 mila
sms o mms o mail al costo di non più di 2000 euro (la mail anche meno) per non parlare dei costi irrisori per promuovere pagine sui social network ed infinte una 70ina di comizi
in altrettanti comuni organizzati dai circoli in luoghi pubblici chiusi ed a
basso costo come le aule magna delle scuole, aule consiliari dei municipi,
centri anziani, ecc. Eventualmente volendo fruire delle più coste e meno efficienti inserzioni su quotidiani locali al
costo 1500-2000 euro. Un risparmio di almeno 1,5 milioni per partito con una
campagna sul territorio più efficace. Un obbligo visto l’ astensionismo e l’
abolizione dei finanziamenti pubblici.
Ricandidando i parlamentari uscenti (ecco perché i partitini né
beneficieranno meglio dopo una legislatura) non avranno difficoltà a spendere
un mese di stipendio per riottenere la poltrona come non sarà difficile trovare
candidati disposti a spendere un po’ e rischiare anche se ciò apre le porte
alla corruzione ovvero loschi individui pronti a finanziare un candidato per
avere il suo tornaconto a poltrona prese. Con o senza preferenze visto che il
metodo dei resti e quozienti interi non garantisce l’ elezione a capolisti delle liste minori.
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