Dubbi sugli attentati di Parigi: complicità Europee?
L’ Isis lo ha ribattezzato l’ 11 settembre francese
fin dalla prima ora quando ha rivendicato gli attentati. Oggi a Parigi come
allora in Usa viene il dubbio che gli attentati si potessero fermare ma così
non è stato. Da subito è scattata una serie di arresti e i terroristi anche quelli
morti sono stati immediatamente identificati, segno che erano certamente già
noti alle intelligence di molti paesi europei ed alla Cia che oggi collaborano
fra loro, ma fino a ieri che facevano? Possibile che non li stessero
monitorando e non sapessero degli attentati? Possibile che abbiano consentito
al presidente francese Hollande di recarsi allo Stade de France? Era chiaro che
non fosse in pericolo e il dubbio nasce anche dal comportamento anomalo dei
terroristi: pare fossero in tre allo stadio e il primo una volta scoperto dagli
steward ha tentato la fuga si è fatto saltare. Perché non farsi esplodere
direttamente all’ ingresso dello stadio dove era più facile fare vittime e
magari fare breccia per gli altri due che sarebbero quindi riusciti ad entrare?
Sa tanto di programmato. Di certo tutto ciò ha evidenziato un lato debole delle
nostra città: è facile colpirle quando sono in corso eventi che acculano non
solo persone ma forze dell’ ordine in unico punto della città e non possono
intervenire altrove per eventuali emergenze. Logica quindi la psicosi da stadio
e da concerto. Ma i motivi di dubbio sono anche altri: l’ austerity và subito
nel cassetto insieme ad una certa riluttanza ad attaccare la Siria che fino a ieri invece
c’ era. La stabilità economica non è più una priorità ed è curioso che la
questione parta proprio dalla Francia dove si erano maggiormente opposti alla
austerity e per questo si è rischiato di far vincere le elezioni alla fascista
Marine Le Pen. Insomma dagli attentati la politica ci guadagna, specialmente i
governi anche perché nei media non si dà più spazio allo sbarco di profughi ed
alle quote di stranieri da spartire fra i diversi paese. Cavallo di battaglia
della destra estrema, In Italia ora è Renzi e non più Salvini ad agitare la
bandiera della sicurezza chiedendo che le spese per la difesa stiano fuori dal
patto di stabilità. Potrei essere d’ accordo finchè si parla di cyborg security
(telecamere, droni, ecc.) a patto di garantire la privacy e di spese per le
forze dell’ ordine, croce rossa e protezione civile, non sono d’ accordo invece
invece se si tratta di spese per nuovi armamenti e missioni all’ estero inclusa
la Siria che
devono essere fortemente limitate ed incluse nel patto.
Nessun commento:
Posta un commento