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venerdì 15 ottobre 2010

Bonanni e la crisi della Cisl

In questi giorni ci sono state molte contestazioni spesso plateali e quasi sempre tacciate come violente all' indirizzo della Cisl.
Non voglio giustificare certi atti ma è ovvio che non si potranno evitare altri fatti simili semplicemente limitandosi ad una condanna decontestualizzandoli, come spesso accade, dalla situazione drammatica che il paese attraversa e dal comportamento del sindacato.
Siamo in una situazione in cui molte famiglie hanno problemi economici spesso acquiti dalla perdita del posto di lavoro di uno dei componenti.
In questo contesto il sindacato si divide: Cgil da una parte a fare resistenza per difendere i diritti dei lavoratori e Cisl e Uil dall' altra con una linea morbida che giustifica certi comportamenti dei cosidetti padroni.
E' in questo clima che i lavoratori sentendo distanti da loro Cisl e Uil e li contestano. La Cisl tra l' altro non alzato la voce quando è stato disdetto il contratto dei metalmeccanici da parte di Confidustria, ha firmato una proroga in deroga del vecchi contratto e si è schierata dalla parte di Fiat e contro la Fiom nella vicenda dei tre operai licenziati a Melfi.
Come può ora Bonanni lamentarsi di quanto accade al suo sindacato? Non ha senso, deve capire che la Cisl ha una crisi di consenso perchè come il PD è svoltata a destra: tornino entrambi a sinistra o la crisi sarà irreversibile.
In paese dove le imprese scappano all'estero e ci fan pagare più soldi per gli ammortizzatori sociali danneggiando chi davvero stà fallendo,in paese in cui c'è chi si suicida per aver perso il lavoro o l' azienda mentre molti altri evadono le tasse, serve la linea dura contro i furbi a difesa di chi lavoro a onestamente e chi non la persegue perde sempre mentre chi la segue come Grillo e Di Pietro ci guadagna.
Diversamente se chi deve difendere i lavoratori si mostra debole è ovvio che per certi facinorosi è facile fare proselitismo è far sfociare le proteste in violenza.

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