La pazienza di Fini alla fine ha pagato: è stato Berlusconi a cacciarlo dal partito: che i due avrebbero divorziato lo si sapeva già lo scorso marzo quando Berlusconi lo aveva invitato per la prima volta a lasciare la Presidenza della Camera ora è definitivo.
Fini fonda quindi un nuovo gruppo parlamentare chiamato Futuro e Libertà per l' Italia che appoggerà esternamente il governo ma senza vincolo di maggioranza il chè significa che ogni qualvolta i due si troveranno ai ferri corti su un provvedimento il Governo andrà sotto in parlamento e non gli basterà l' abuso di voti di fiducia.
Infatti ad aderire al nuovo gruppo sono 33 deputati che fanno calare la compagine di Governo da 344 a 311 cioè 5 in meno della maggioranza di 316. Non dissimile la situazione al Senato con 7 senatori finiani ai quali se ne aggiungono 2 della MPA di Lombardo totale 9 dissidenti (più un senatore rutelliano sono 10 ndr) che fanno scendere la maggioranza da 174 a 165 pari cioè a 1 senatore in più di quanti ne aveva Prodi la scorsa legislatura.
La maggioranza al Senato compresi i Senatoria vita è di 162 senatori, situazione critica quindi per questo Governo.
Impensabile quindi che il Governo possa reggere così altri 3 anni e quindi verosimile il ricorso alle urne in anticipo o almeno così vuole l' intera opposizione.
Berlusconi quindi apre la campagna acquisti da casa Casini e Rutelli ma vista la tradizione anti-leghista di costoro dubito che li possa andare bene: Casini ha già detto No.
Alle elezioni magari dopo aver rifatto la legge elettorale, ora esiste la possibilità che ad opporsi a Silvio sia un nuovo polo guidato da Fini alleato con Casini, Rutelli, Storace, Lombardo e qualche altro cioè la morte politica di Berlusconi.
Ridicolo l' atteggiamento di Cicchitto coordinatore PdL che minimizza replicando alla richiesta di Bersani che Berlusconi vada in Parlamento a riferire sulla crisi di Governo.