Vince il centrodestra con Vito Bardi, vicino al 42%. Dietro troviamo il centrosinistra con Carlo Trerotola al 33,2%. Poi Antonio Mattia del Movimento 5 Stelle al 20,4% e Valerio Tramutoli, della lista civica Basilicata Possibile, al 4,4%. Ma il dato più interessante è quello riguardante le singole liste. Con il Movimento 5 Stelle al primo posto con il 20,4%, seguito dalla Lega (19%) e da Forza Italia (9,1%). Si arriva così al centrosinistra, con ben quattro liste civiche “di ispirazione democratica”, come sottolineano dal Pd: tra queste le migliori sono Avanti Basilicata (8,6%) e Comunità democratiche – Pd (7,8%). IL centro destra non brilla come vedrebo rispetto alle Politiche 2018 e vince grazie al candidato.
Alle ultime regionali, quelle del 2013, a prevalere era stato Marcello Pittella, candidato del centrosinistra, con quasi il 60% dei voti. Il Pd fu il primo partito con il 24,8%. Ottimo risultato anche per la lista Pittella presidente al 16%. Tutti dati ben lontani da quelli di oggi, considerando che – peraltro – oggi come allora c’è una lista targata Pittella, ma con risultati ben diversi. Chi di certo può festeggiare è il centrodestra, che passa dal 19,4% del candidato Salvatore Di Maggio del 2013 al 42% di oggi di Bardi. Allora la prima lista della coalizione fu il Popolo della Libertà al 12,2%: oggi fa molto meglio la Lega e anche Forza Italia e Fratelli d’Italia insieme superano quel dato, raggiungendo il 15% circa insieme. C’è poi il Movimento 5 Stelle: nel 2013 con il candidato Piernicola Pedicini arrivò al 13,2%, mentre la lista si fermò al 9%. Rispetto ad allora il balzo in avanti è evidente con il 20,4% dei consensi. Bastano questi dati per notare che la vera differenza rispetto al passato la fanno i Grillini.
Nel confronto con le politiche del 2018 i 5 Stelle alla Camera raccolse il 44,4% dei voti, circa 139mila preferenze. Oggi rimane primo partito, ma dimezzando i consensi al 20,4%. E ancora peggio va in termini assoluti, con i 60mila voti di oggi contro i 140mila del 4 marzo 2018. Chi, invece, fa un deciso balzo in avanti è il centrodestra che passa dal 25,4% delle politiche al 42% di oggi. Notevole la differenza soprattutto per la Lega: nel 2018 si fermò al 6,3% dei voti (circa 20mila preferenze), oggi arriva al 19% e a 54mila preferenze: circa il triplo. Successo ottenuto anche a scapito di Forza Italia che passa dal 12,4% al 9,1% e da 39mila a 26mila voti. Guadagna qualcosa, invece, Fratelli d’Italia: dal 3,7% delle politiche al 5,9% di oggi e da 11.500 a 17mila preferenze. Va ricordato che l’affluenza alle politiche è stata maggiore di quasi 20 punti percentuali e per questo i dati assoluti delle regionali sono tendenzialmente più bassi. A parte ciò da tale perdita di evince ancora una volta un forte astenzionin smo 5 Stelle mentre nel centrosinistra o per meglio dire nel PD si recupera qualcosa.
Più complicato il confronto nel centrosinistra, per la presenza di tante liste vicine al Pd. C’è però un dato certo: rispetto alle politiche la situazione per il centrosinistra è indubbiamente migliorata, passando dal 19,6% del 2018 al 33,2% di oggi. Più complicato, invece, stabilire i voti dei singoli partiti. Alle politiche il Pd si fermò al 16,1% con circa 50mila voti. Oggi le liste riconducibili ai dem, secondo quanto fanno sapere dal partito, sarebbero intorno al 23%. Le due con più voti sono Avanti Basilicata (8,6% e 25mila preferenze) e Comunità democratiche – Pd (7,8% e 22mila preferenze). Altro dato da sottolineare è che alle politiche Liberi e Uguali era fuori dalla coalizione e raccolse il 6,4% dei voti, circa 20mila. Ora parte di quei consensi è andata a sommarsi alle preferenze raccolte da Trerotola, contribuendo a un risultato migliore del centrosinistra rispetto alle politiche.
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