La coppia Renzi-Berlusconi ha partorito il topolino Italicum ovvero una una proposta di legge porcata elettorale che secondo loro dovrebbe portare alla governabilità senza il ricatto dei partititi. La legge prevede i seguenti punti:
Ballottaggio se la coalizione o partito vincente non supera il 35% dei voti al primo turno
Premio di maggioranza del 18% dei seggi al vincitore che non può superare il 55% dei seggi totali
Divieto di apparentamenti al ballottaggio
Soglia di sbarramento al 12% per le coalizioni, 5% per partiti coalizzati e 8% non coalizzati
Collegi plurinominali di 3-6 parlamentare e conseguenti miniliste bloccate di 3-6 persone
Quota rosa del 50%
Cominciamo subito con il puntualizzare due aspetti:
La Corte Costituzionale bocciando il porcellum ha bocciato le liste bloccate e il premio di maggioranza, quindi l’ Italicum è incostituzionale
A parte ciò non si capisce se il ballottaggio è unico per camera e senato oppure no e quindi si rischiano maggioranze diverse nelle due camere. Ma un attenta analisi con una simulazione basata sui voti alle Politiche 2013 dimostra che non elimina i piccoli partiti.
Simulazione Italicum Politiche 2013 Camera | ||||||
Partiti | Voti% | Seggi* | Coalizioni | Voti%* | Seggi | |
Pd |
25,0
|
182
| Bersani |
30,0
|
183
| |
Pdl |
21,0
|
153
| Berlusconi |
29,5
|
180
| |
M5S |
25,0
|
182
| Grillo |
25,0
|
153
| |
Scelta Civ. |
10,5
|
0
| Monti |
10,5
|
0
| |
Altri |
19,5
|
0
| Altri |
5,0
|
0
|
*Escluso premio di maggioranza di 114 seggi
Nel primo caso se i partiti si fossero presentati in coalizione come avvenne all’ epoca avremmo avuto un ballottaggio Bersani-Grillo, se invece si fossero presentati listoni il ballottaggio sarebbe stato fra Bersani e Berlusconi. In ogni caso il vincitore si sarebbe fermato al massimo a 297 seggi incluso il premio di maggioranza. Per avere la maggioranza occorre avere nel proporzionale almeno 202 seggi alla Camera e 101 al Senato e per arrivarci serve il 40% dei voti espressamente validi per le forze politiche che superano le soglie di sbarramento. Ovvio quindi che si ricorra a megaliste con patti di desistenza ovvero ospitalità di candidati in posizione eleggibile in cambio di voti come già accaduto con il Porcellum. Quindi i piccoli partiti restano, ma se anche scomparissero del tutto è molto difficile che Pd o Pdl raggiungano il 40%! Ecco perché Renzi e Berlusconi hanno voluto piccole liste bloccate. Con questo sistema avendo almeno 150 seggi sicuri in circa 100-130 collegi alla Camera (discorso simile ma con numeri ovviamente dimezzati al Senato) possono mettere sul piatto anche 40-50 seggi per avere i voti dei piccoli, ovvio quindi il no all’ alternanza uomo-donna nelle liste che complicherebbe le cose. Ma è necessario in ogni caso la presenza sulla scheda elettorale di liste che non superino la soglia di sbarramento e disperdano il voto. La dispersione infatti abbassa l’ asticella del consenso minimo per governare. Se come nel 2013 1 voto su 4 và a liste non coalizzate, al listone basta il 32% dei voti per aver la maggioranza anche se risicata.
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