Secondo Tremonti e la Marcegaglia (foto) la crisi economica volgerebbe al termine, senza precisare però quando finirà esattamente, ma io sono convinto che durerà ancora un altro anno e che avremo segni positivi solo nel 2011.
La mia convinzione dipende essenzialmente da due fattori: la crisi ha colpito inizialmente l' industria meccanica dove si sono persi decine di migliaia di posti di lavoro e dove 800 mila addetti sono in cassa integrazione, grazie agli incentivi su auto, elettrodomestici, ecc. la fase acuta di questo settore è stata attutita ma molti lavoratori non sono rientrati al lavoro e molto lavoro è stato trasferito nell' est Europa.
Il secondo motivo che trascende dal primo stà nel fatto che pochissimi italiani avranno i soldi per andare in vacanza, idem all' estero dove la crisi pare l' abbiano sentita anche di più: ergo in estate sarà crisi del turismo che di conseguenza si trascinerà l'industria agroalimentare e delle forniture alberghiere e ristorative.
A questo punto si avrà quindi un secondo picco che coinvolgerà quei settori non ancora crisi, si perderanno altri posti di lavoro, e soprattutto salteranno i soliti lavoratori stagionali.
A tutto ciò in autunno potrebbe aggiungersi l'effetto esaurimento degli incentivi di cui sopra: poichè è stato fissato un tetto massimo, quando lo si raggiungerà il mondo dell' auto e degli elettrodomestici ripiomberà nel baratro se non si troveranno nuove risorse.
Potrebbe esistere poi nel 2010 anche una fase tre: i primi segnali di ripresa in Europa potrebbero indurre le banche e la BCE a riportare in alto i tassi con un a vera mazzata sui mutui e le famiglie che non ce la farebbero a pagere le rate per effetto del basso potere d'acquisto di pensioni e salari accentuato cassa-integrazione e mobilità potrebbe mettere realmente in crisi soprattutto le banche italiane.
I primi a rimetterci sarebbero prprio coloro che hanno chiesto la postergazione del mutuo per effetto del decreto tremonti dello scorso anno.
In Italia quindi sarebbe necessario a mio avviso riformare totalmente il fisco introducendo l' armonizzazione delle rendite, riforma irpef, introduzione quoziente d' impresa e disincentivi alle fughe di danaro verso i paradisi fiscali.
La riforma Irpef potrebbe essere così:
1. fino a 18000 euro esenti Irpef (no tax area)
2. da 18000 a 25000 euro 18%
3. da 25000 a 35000 euro 23%
4. da 35000 a 45000 euro 27%
5. da 45000 a 60000 euro 33%
6. da 60000 a 80000 euro 39%
7. da 80000 a 100000 euro 43%
8. oltre 100000 euro 50%
La riforma fiscale con quoziente d' impresa vedrebbe l' Irpeg diventare da flat a progressiva a trasformarsi in forfettone che assorbirebbe tutte le altre imposte:
Questi i punteggi per il calcolo ( si divide l' imponibile per un coefficiente ottenuto sommando i punteggi ottenuti per ciansun lavoratore dipendente)
1. Lavoratore/ice a tempo indeterminato 1 punto
2. Lavoratore/ice a tempo determinato 0.5 punti
3. Lavoratore/ice CoCoCo , CoCoPro od altra forma parasubordinata 0.3 punti
4. Lavoratrice con almeno un figlio minore di 14 anni 1 punto *
5. Lavoratore/ice con disabilità oltre la quota minima di legge 1 punto *
6. Lavoratrice oltre la quota del 50% 1 punto *
7. Lavoratore/ice assunto dal lista di mobilità o riassorbito da Cig 1 punto *
*I punti sono cumulabili per lavoratori-trici che rientrano in più categorie ovvero sommabili fra di loro e ad uno dei primi 3 casi.
Aliquota di Quoziente Forfettone Iprepg+Ires+Irap
Quoziente fino 200000 euro 25%
da 200000 euro a 500000 euro 30%
da 500000 euro a 1500000 euro 35%
da 1.5 milioni a 3 milioni 40%
oltre 3 milioni 45%
Infine per le rendite oltre 30000 mila euro nette andrebbero denunciate come reddito imponibile.
Un ultima idea sarebbe quella di aumentare le imposte relaitive a commissioni su transazioni verso paradisi fiscali e transazioni su conversioni da euro a moneta estera se legate a suddette transazioni.
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