Lo scorso aprile nella repubblica di san Marino poco prima delle politiche in Italia si è tenuto un referendum analogo a quello che si stà promuovendo in Italia! E' stato un discreto sucesso.
I referendum arrivati al voto a San Marino sull’abrogazione del LAVORO INTERINALE e dei CO.CO.PRO e per l’introduzione della SCALA MOBILE (a San Marino è previsto anche il referendum propositivo) non hanno raggiunto il quorum ma i Sì hanno vinto in modo netto. Si sono recati al voto il 49,78% degli aventi diritto residenti, a fronte del 5,64% dei non residenti e circa il 65% dei votanti ha detto Sì, cioè 6300-7000 Sì a seconda del referendum.
Per capire l’entità del voto basta vedere le ultime elezioni (2006) dove ad esempio il partito Sinistra unita - l’unico che ha timidamente appoggiato i referendum - ha totalizzato 1900 preferenze. Questo è il dato più stupefacente: avendo contro tutti i sindacati, gli industriali e tutti i partiti, eccetto uno appunto, e considerando la propaganda a senso unico fatta dalla stampa per un intero mese, si partiva con stime che davano il Sì al massimo attorno a 2-3000 ed invece è arrivato un segnale davvero significativo. I problemi sono diversi: il voto “estero” dei non residenti (inesistente), il quorum irraggiungibile. Dal conteggio totale risulta che i votanti complessivi sono stati il 35,36%. La distanza dalla vittoria non è quindi stata piccola, ma il dato politico è evidente. Gli organizzatori del referendum sono molto soddisfatti e alcuni politici e sindacalisti di San Marino hanno subito questo voto in modo pesante.
Per capire l’entità del voto basta vedere le ultime elezioni (2006) dove ad esempio il partito Sinistra unita - l’unico che ha timidamente appoggiato i referendum - ha totalizzato 1900 preferenze. Questo è il dato più stupefacente: avendo contro tutti i sindacati, gli industriali e tutti i partiti, eccetto uno appunto, e considerando la propaganda a senso unico fatta dalla stampa per un intero mese, si partiva con stime che davano il Sì al massimo attorno a 2-3000 ed invece è arrivato un segnale davvero significativo. I problemi sono diversi: il voto “estero” dei non residenti (inesistente), il quorum irraggiungibile. Dal conteggio totale risulta che i votanti complessivi sono stati il 35,36%. La distanza dalla vittoria non è quindi stata piccola, ma il dato politico è evidente. Gli organizzatori del referendum sono molto soddisfatti e alcuni politici e sindacalisti di San Marino hanno subito questo voto in modo pesante.
Gli stessi organizzatori denunciano che molti sono stati i problemi di comunicazione con la popolazione, per mancanza di tempo, soldi e personale, ma anche perché la maggioranza dei cittadini non sapeva nemmeno dell’esistenza di leggi sul lavoro così penalizzanti.
Molti non credevano nemmeno che fosse possibile applicare contratti a progetto e interinali a San Marino, anche grazie ad un sindacato che non fa certamente il proprio lavoro.
Si è infine riscontrata una forte ritrosia della popolazione verso i referendum, proprio perché storicamente a San Marino è quasi impossibile raggiungere il quorum soprattutto a causa della fortissima presenza di residenti all’estero e della loro scarsa partecipazione. Le ultime quattro tornate referendarie, infatti, non hanno mai colto il risultato del quorum e l’ultima che ha avuto successo - nel 1998 per abolire le società anonime - è stata poi “aggirata” dal parlamento. Considerando queste ragioni, quindi, e con una popolazione che non è più invogliata ad andare a votare per nulla, gli organizzatori considerano il risultato ancora più significativo.
Un risultato comunque positivo che ha fatto discutere e votare i cittadini di San Marino sui problemi del lavoro - precarietà e potere d’acquisto dei salari -, per i quali SdL Intercategoriale sta proponendo da mesi anche in Italia con le proposte referendarie contro la precarietà e per la democrazia sindacale.
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